Le foreste dell'Italia settentrionale hanno subìto, nel corso dei secoli, diverse vicissitudini: dalle modeste attività di coltivazione degli uomini primitivi, alle bonifiche dell'epoca romana, al continuo disboscamento per lasciare posto ai campi di cereali e foraggio e alla costruzione di paesi e città degli ultimi due secoli.
Solo alcuni tratti delle rive dei fiumi non furono disboscate perché i terreni, facilmente soggetti ad inondazioni, furono ritenuti non adatti all'agricoltura. Proprio in queste aree boschive, oggi, possiamo ritrovare gli ultimi lembi dell'originale foresta di latifoglie decidue che ricopriva le pianure settentrionali. Il Parco della Preistoria, situato lungo la sponda sinistra dell'Adda, offre ai suoi visitatori, la possibilità di conoscere la vegetazione di quelle formazioni boschive, o almeno ciò che di esse rimane.
Nel bosco del Parco, frammiste alle specie legate, direttamente o indirettamente, all'attività umana (pioppi, ibridi, robinia), convivono tutte le essenze legnose tipiche dell'antica foresta planiziale (farnia, olmo, pioppo, carpino, biancospino).
Pur risentendo dell'infiltrazione di specie dell'ambiente antropico e delle coltivazioni, il sottobosco rimane, soprattutto in alcune zone, pregevole; si possono ritrovare, infatti, anemoni scille, campanellini di primavera consolide, polmonarie, vinche, viole, primule e molte altre specie, di cui parecchie protette dalla Regione Lombardia.
Oltre alla vegetazione del bosco, nel Parco è possibile osservare intatto anche l'ecosistema della palude.
IL BOSCO
Il bosco del Parco della Preistoria è un bosco misto di latifoglie decidue. Strutturalmente la foresta è divisa in tre strati: arboreo, arbustivo, erbaceo.
Lo strato arboreo, costituito da piante ad alto fusto, raggiunge nel caso particolare un'altezza media di 15m. Le chiome degli alberi raramente danno una copertura continua per cui l'aspetto generale è quello di una foresta aperta. Le essenze naturali che caratterizzano tale strato sono: Farnia (Quercus robur), Acero (Acer campestre), Pioppi spontanei (Populus alba, P. nigra), Ontano (Alnus glutinosa), Robinia (Robinia pseudacacia).
Lo strato arbustivo ha un'altezza variabile da 1 a 7 m, con limiti inferiori anche più bassi. E' costituito oltre che da individui giovani delle specie arboree citate, anche da: Sambuco (Sambucus nigra), Gelso (Morus alba), Biancospino (Crataegus monogyna), Nocciolo (Corylus avellana), Melo selvatico (Malus silvestris), Ciliegio (Prunus padus), Ligustro (Ligustrum vulgare), Rovo (Rubus caesius).
Lo strato erbaceo è vario: Viola (Viola odorata), Vinca (Vina minor), Edera (Hedera helix), Salvia (Salvia glutinosa). Nelle radure, dove la foresta si fa più aperta, sono presenti specie quali: Gramigna (Cynodon dactylon), Cardi (Carduus nutans), Trifoglio (Trifolium arvense) la cui presenza può trovare una spiegazione nella diffusione delle colture vicino al Parco, Erba mazzolina (Dactylis glomerata), Malva (Malva sylvestris), Chenopodio (Chenopodium murale), Artemisia (Artemisia vulgaris), tipiche di zone ruderali. Sono pure frequenti rampicanti quali: Edera (Hedera helix), Clematide (Clematis vitalba), Caprifoglio (Lonicera caprifolium) e, nelle aree marginali più soleggiate, il Luppolo (Humulus lupulus).
LA PALUDE
E' un ecosistema caratterizzato e condizionato dalla presenza di acqua. Nel parco, la palude della parte terminale del percorso è secondaria a una lanca (o mortizza o lago di meandro). Il meandro, tipica formazione fluviale planiziale, è un'ampia curva del fiume che subisce, nel tempo, una evoluzione.
Il meandro è in fase giovanile quando è ancora interessato dalla corrente del corso principale del fiume. La vegetazione in questo momento si insedia solamente sulle rive ed è costituita essenzialmente da Salici (Salix alba, S. purpurea, S. fragilis) e Carici (Carex riparia, C. acutiformis), in quanto l'imporsi della vegetazione acquatica è ostacolato dalla viva corrente. La maturità inizia quando avviene il fenomeno del "salto del meandro": durante le piene eccezionali i meandri possono essere tagliati fuori dal corso principale del fiume a seguito della formazione di un nuovo canale diritto.
Il meandro "saltato" è quindi sempre meno interessato dalla corrente principale e, per la ridotta velocità dell'acqua, predomina la deposizione del materiale in sospensione. Si ha così il passaggio dal tratto di fiume aperto ad un lago di meandro. Inizia, in questa fase, l'insediamento della vegetazione acquatica palustre propriamente detta, con presenza di Ninfee (Nymphaea alba), di Nannufaro (Nuphar luteum), di Nasturzio (Nasturtium officinale); nelle zone fangose periferiche si notano Tife (Tjipha latifolia), Canne palustri (Phragmites australis). L'evoluzione del meandro procede con l'interramento dovuto sia ai materiali depositati dal fiume, sia dalla sedimentazione organica spesso favorita anche dalla vegetazione presente. In questa zona ora si riscontrano pure cespugli di Salici (Salix alba), confinanti con il bosco.
La palude d'acqua dolce, presente nel parco, è in questo stadio evolutivo. Infatti cominciando dal centro della palude si distinguono:
- Piante sommerse (Miriofillo, Utricolaria, Vallisneria)
- Piante galleggianti (Lemma, Spirodela)
- Piante con foglie galleggianti, ma radicate a substrato solido (Ninfea, Nannufaro)
- Piante semisommerse (Scirpi)
- Canneti (Tifa, Canna palustre)
- Popolazioni di Carici (Carici sp. pl.)
- Saliceto (Salici sp. pl.)
- Foresta (querceto misto di latifoglie decidue)